Non si può sempre assistere imperturbabili alle tempeste dall’alto di uno scoglio… A volte è necessario affrontare logoranti guerre di difesa contro le improvvise molestie dei venti contrari. Ho fatta fatica a tenere i remi in barca ammainando le vele nell’attesa che gli elementi ostili si quietassero e apparisse un punto d’approdo. Finché l’orizzonte non si è man mano rischiarato e la notte si è aperta. Sento ancora i sibili e gli schianti alle mie spalle ma spero che si allontanino di giorno in giorno e che una nuova tregua mi permetta di tornare alla scrittura dopo mesi di paralisi.
Incoraggianti le parole di Giulietta Rovera sull’Archivio segreto: qualcuno legge ancora il mio libro a distanza di più di un anno dalla sua uscita. Vive ancora, dunque, e cammina lento tra i lettori. Una gran cosa la lentezza che pure non è una mia virtù. La coltivo con cura, però, come fosse una pianta rara: la lentezza del camminare, dell’osservare, del riflettere ogni cosa in sé, la lentezza del leggere e dello scrivere, del vivere ogni istante come un distillato, senza perdere nessun segno del mondo che sembra correre via intorno per annullarsi inesorabilmente nell’indistinto che ci assedia.
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Bentornata cara Anna,
è una gioia ritrovarti seppure reduce ma vittoriosa da tempeste rovinose.
Ancora una volta trasmetti la tua impagabile e inarrestabile vitalità, il tuo amare la vita senza riserve.
L’immagine del nocchiero che consapevole della forza degli elementi ammaina le vele e sa attendere riprendendo le forze, la consapevolezza degli ostacoli e la fiducia di poterli superare… quanta positività!
Ti abbraccio e con affetto ti saluto con i versi di Leopardi ……
Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
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