Mercoledì 23 gennaio. Arezzo. Un giorno molto difficile per le condizioni climatiche decisamente avverse. Scuole chiuse, ritardi e difficoltà lungo le linee ferroviarie e le autostrade, per la neve, la pioggia e il freddo. In programma anche una partita locale. Tutto sembrava congiurare per un annullamento dell’iniziativa e un cambiamento di data. E invece no. Il treno è partito da Roma ed è arrivato ad Arezzo, anche se con un’ora di ritardo, e, dopo pochi minuti è arrivata da Firenze, con un treno regionale, anche la professoressa Isabella Gagliardi, affannata, dopo aver partecipato a una riunione accademica imprevista. Una cara amica aretina, Maria Grazia Redi, che mi aveva aspettato pazientemente davanti alla stazione, ha accompagnato tutt’e due in auto, su, verso la Pieve, nella parte alta della città, dove si trovano l’Accademia Petrarca e la Biblioteca della città di Arezzo, in una posizione meravigliosa ma assai difficile da raggiungere a piedi in una giornata fredde e piovosa. Immaginavo già che avrei solo salutato e ringraziato gli organizzatori, la professoressa Francesca Chieli, consigliera della Biblioteca e il professor Giulio Firpo, presidente dell’Accademia Petrarca, e sarei velocemente ripartita per assenza di pubblico, viste le circostanze così sfavorevoli. Invece è stato davvero sorprendente verificare come, anche nelle condizioni più sfavorevoli, tutto può andare per il meglio e non si deve mai disperare. Entrata nella sala, per altro non troppo riscaldata, ho trovato un pubblico curioso e infreddolito, di varie età e provenienza, donne e uomini, giovani e meno giovani, con ogni evidenza ben disposti a lasciarsi coinvolgere niente meno che in una discussione sul tema d’amore. Quanto di più originale si possa immaginare in un tempo come il nostro, apparentemente sempre più cieco e ottuso di fronte a tutto ciò che riguarda l’arte, la bellezza, la sapienza, l’esercizio del libero pensiero. A incontro già iniziato, continuavano a entrare persone. Molti acquistavano anche il libro. Sorprendente davvero. Cordiali e amabili le parole introduttive di Francesca Chieli e di Giulio Firpo, ampia e precisa l’introduzione storica di Isabella, veemente, credo, come al solito, il mio intervento su temi e momenti della nostra civiltà europea che mi appassionano per la loro innegabile e immortale attualità. Che dire se non che è stata davvero una bella esperienza di profondo dialogo del cuore, dell’anima e della mente?
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