Intervento di Giuliano Volpe sui Fori Imperiali

Intervento di Giuliano Volpe sui Fori Imperiali

dal blog di GIULIANO VOLPE

Le difficoltà di una visione organica: a proposito di Via dei Fori Imperiali

Sulle pagine romane de La Repubblica è stata pubblicata oggi una mia breve intervista a proposito delle dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica del Comune di Roma, che sabato scorso (3.1.2015), sullo stesso giornale aveva rilasciato una sua intervista. Ho inviato al giornale la seguente nota di precsiazione, ma poi la redazione ha preferito la formula dell’intervista: http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/01/06/news/impossibile_smantellare_via_dei_fori-104346137/
In generale, mi preme sottolineare come, a fronte di uno studio che cerca di affrontare in maniera globale il tema dell’area archeologica centrale di Roma gli articoli di giornale ed anche alcuni interventi (a parte le solite prevedibili denigrazioni) si siano concentrati su aspetti singoli, specifici, sia pur importanti, come l’arena del Colosseo o l’eliminazione-conservazione di Via dei Fori Imperiali, dimostrando una scarsa attitudine nel nostro paese ad una visione organica della complessità dei problemi. Anche per via dei Fori Imperiali restare ancora oggi ingabbiati nelle contrapposizioni stancamente ideologiche del passato e non porsi il problema dell’isolamento dell’area dei Fori dal resto della città, prima ancora di realizzare il completamento della Metro C fino a Piazza Venezia e oltre, e trovare adeguate soluzioni per l’attraversamento con i mezzi pubblici, rischierebbe di creare una contrapposizione con la stragrande maggioranza dei cittadini romani, incrementando quel fastidio, se non insofferenza, che molti di loro hanno nei confronti dell’archeologia. Per questo la Commissione ha proposto soluzioni immediate (come peraltro ci era stato richiesto da sindaco e ministro) e un progetto che guarda in prospettiva. Spero che il confronto prosegua in maniera pacata, operativa, concreta e propositiva.

Ecco il testo della mia nota:
In un’intervista di Paolo Boccacci, l’assessore all’urbanistica del Comune di Roma, prof. Giovanni Caudo, ha rilasciato alcune dichiarazioni che sembrano ispirate da un fraintendimento di alcuni contenuti della relazione della Commissione paritetica Mibact-Roma Capitale, costituita – è bene ricordarlo – da otto studiosi designati dal ministro Franceschini e dal sindaco Marino, con la partecipazione attiva dei soprintendenti statali e capitolino. La Commissione ha una funzione esclusivamente consultiva e non c’è alcun dubbio che le scelte spettino agli organi politici e amministrativi, in primis MiBACT e Roma Capitale. Scelte che la Commissione non discute e per le quali ha il massimo rispetto.

Solo per evitare fraintendimenti, e senza alcuna volontà polemica, sono necessarie però alcune precisazioni, auspicando anche prossime occasioni di confronto. A proposito della complessa questione di Via dei Fori Imperiali l’assessore Caudo sostiene che la Commissione «sulla rimozione della strada mantiene una posizione contraddittoria e restituisce posizioni diverse. Per noi la rimozione dello stradone tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci per liberare e dare continuità ai Fori Imperiali non può e non deve più continuare ad essere un tabù. … Ed è quanto prevedeva già il Progetto di Leonardo Benevolo e di Francesco Scoppola nel 1988, bisogna ripartire da lì». C’è qualcosa di poco chiaro in tale affermazione, poiché se le decisioni fossero già state assunte e fosse già stato assunto come riferimento esclusivo un progetto di trent’anni fa, non ci sarebbe stato bisogno di istituire una nuova commissione, che peraltro su questo specifico tema ha sostanzialmente confermato, con approfondimenti e articolazioni ulteriori, quanto previsto sia dalle Linee Guida della Commissione del 2008 sia il Prg vigente, cui fa riferimento anche l’assessore Caudo.

Inoltre, pare improprio sostenere che sia stata assunta una posizione contraddittoria (solo il prof. La Regina, coerentemente con le sue posizioni personali più volte espresse, ha mantenuto su questo punto specifico una riserva, approvando peraltro l’intera relazione). La Commissione ha sottolineato che «via dei Fori Imperiali è l’esito di un progetto risalente già al Sette-Ottocento e poi realizzata, carica anche di finalità ideologiche e retoriche, in epoca fascista. Si tratta dunque di un asse che oramai è parte integrante del paesaggio urbano, oltre ad aver svolto e a continuare a svolgere, sia pure in maniera ridotta e limitata al trasporto pubblico, una funzione di collegamento essenziale nella Città». Ha inoltre espresso un «giudizio fortemente negativo sull’attuale stato della via», ha suggerito di rivedere «opportunamente il Decreto di vincolo» del 2001 e, infine, «consapevole che interventi più radicali necessitino di risorse significative, al momento non disponibili, e di tempi alquanto lunghi, oltre che di progetti di alto profilo» ha proposto «di adottare soluzioni progressive», rivedendo il decreto di vincolo del 2001, accrescendo e migliorando la pedonalizzazione, indicando alcune misure migliorative immediatamente realizzabili, come, ad esempio, il trasporto pubblico con bus elettrici (invece dei tram previsti, peraltro difficilmente compatibili con l’annunciata eliminazione della strada). Non sembra, infatti, che siano disponibili al momento risorse adeguate per effettuare un programma di scavi archeologici così complesso e soprattutto progetti che possano garantire una sistemazione adeguata, in grado di superare anche una serie di problemi tecnici (ad esempio il dislivello tra il piano attuale di Piazza Venezia e di Largo Corrado Ricci con quelli di età romana, visto che l’assessore pensa a «percorsi anche a quote archeologiche, tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci»).

Ad una lettura più attenta della relazione, appare evidente come la Commissione abbia dimostrato di non essere condizionata da alcun tabù, quando ritiene che «non si debba rinunciare alla progettazione e sperimentazione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, che consentano di conciliare due esigenze solo apparentemente in contrapposizione: la ricomposizione del contesto archeologico dei Fori Imperiali, attualmente frammentato e reso incomprensibile dalla presenza della strada, e, al tempo stesso, la conservazione del ‘segno’ costituito dall’asse della via dei Fori Imperiali». Non a caso si è citato, come esempio, il recente studio del prof. R. Panella della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Sapienza, che prevede la realizzazione di un viadotto. La Commissione ha inteso, infatti, «sottolineare la necessità di non abbandonare la prospettiva di elaborare una soluzione innovativa che porti alla sostituzione dell’attuale via, mantenendone il tracciato e la funzione, e alla ricomposizione del contesto archeologico».

Una prospettiva che la Commissione ritiene vada perseguita laicamente, senza ideologismi ma con una visione olistica, progetti innovativi e risorse adeguate.

Giuliano Volpe

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