Una vipera a Palazzo Venezia…

“Una vipera? Ma dove?”
“Proprio una vipera… in giardino… lunga più di un metro.. forse è arrivata con qualche camion… Con tutti questi lavori in corso.. Magari è arrivata dentro un copertone…”
La trincea che attraversa e divide a metà il giardino mi fece una certa impressione l’estate scorsa. Bandoni metallici vennero eretti in pochissimi giorni a formare una specie di muro inquietante: lavori pubblici, si disse, ma nessuno sapeva bene di che tipo di lavori si trattasse. Bonifica dei sotterranei, secondo altri: “Ma se sono sempre invasi dall’acqua!” esclamai…
Non bastavano le indagini della Metro C, che una bella mattina, dopo avere devastato piazza Venezia in più punti, ridussero una delle due grandi aiuole a un’area desolata, recinta da lamiere: gli alberi di cento anni fa vennero tagliati alle cinque di mattina e a nulla valsero le proteste di quanti si stavano attrezzando per impedire lo scempio vandalico. Sedicenti esperti, qualche tempo dopo, erano venuti a vario titolo a esplorare anche le cantine del venerando Palazzo malamente attraversato dalla storia e sempre miracolosamente sopravvissuto:
“Resisterà alle vibrazioni degli scavi?”
“Ma certo ma certo ma certo…”
“E tutta quell’acqua?”
“Non è un impedimento, le gallerie dove passeranno i treni sono profonde profonde profonde…”
“Ma è un racconto di Hoffmann?”
“E chi è Hoffmann, scusi..?”
Sapere che qualcuno avrebbe scavato sotto il palazzo continuava a sembrarmi inverosimile…
“Ma il palazzo è antico…E se cede… E se crolla…E poi tutta quell’acqua che scorre nei sotterranei…”
I conoscitori della città sanno bene che ben poco c’è da fare quando l’acqua sale all’interno delle cantine nei palazzi romani: tutta colpa degli argini del Tevere, pare, che rovinarono i complessi equilibri idrici del sottosuolo romano percorso da veri e propri fiumi carsici che non trovano più gli sbocchi naturali.
Di solito attraverso velocemente il giardino perché sono sempre in ritardo. Giorni fa ho deciso di osservare attentamente la trincea metallica che definisce la zona dei lavori in corso e ho letto il cartello con le indicazioni degli Enti responsabili: Ministero delle Infrastrutture; i nomi dei responsabili: Mauro della Giovampaola, architetto Zampolini… mi dicono qualcosa questi nomi… Debbo riflettere. Dall’estate scorsa sono successe molte cose sorprendenti, in effetti, in questo antico Palazzo…. come la comparsa improvvisa di una vipera. Non se ne erano mai viste di vipere in questo tranquillo giardino.. che però ha visto ben altro..

3 Comments

  • barbara Posted 27 Maggio 2010 16:23

    vipere, tarantole, scorpioni…. animali nobili e complessi, dalla vita affascinante e con un percorso evolutivo lungo ere intere.
    Della Giovampaola, Zampolini, Anemone, Balducci e via dicendo, sono esemplari affatto rari della involuzione e della aberrazione del genere umano. Abuso, sopruso, prevaricazione, potere, denaro, corruttori e corrotti, servi e padroni nello stesso istante, di una democrazia putrescente, dove se vuoi rimanere fuori dal giro sei fuori in ogni senso.
    Molti teorici della politica sostengono che la democrazia contiene in sè e per sua stessa natura all’antidoto al suo stesso veleno e che, al raggiungimento dell’ipotetico istante di non ritorno, sappia autorigenerarsi.
    Voglio crederlo

  • giampaolo Posted 29 Maggio 2010 19:29

    Secondo la definizione di un dotto, il paradosso è verità in forma di menzogna.Secondo me oggi la generazione politica che ci governa è la menzogna in forma di verità.Ma la vita ha i suoi tempi, e chi ci dice che la vipera non possa essere nostra compagna di viaggio, e colpire chi non se lo aspetta e vive trionfante nel suo ego devastato e incupito?

  • barbara Posted 3 Giugno 2010 12:24

    La direzione

    Quando il vento cambia direzione
    porta con sé il movimento di ciò che può.
    Le foglie si muovono al ritmo imposto
    e lasciano spazio sui rami.
    Le bandiere garriscono vendendo colori
    a lati ignoti
    La polvere turbina in occhi ignari
    e inquina la vista prima chiara
    Quando il vento cambia direzione
    il mare si increspa e nasconde all’amo paziente
    il pesce agognato.
    Le vele si inclinano in nuove posture
    e l’orizzonte appare diverso.
    Quando il vento cambia direzione
    non cambia l’essenza delle cose

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