agosto romano…

Agosto romano quasi deserto. Qualche amico resiste per i più svariati motivi e allora la brezza serale di una terrazza alleggerisce la conversazione: la politica demente appresa dai tg e dalla carta stampata sfuma nelle opinioni diverse, tutte però concordi nell’allarme… Ce la faremo a tornare cittadini, se mai lo siamo stati? O siamo condannati a restare clienti, consumatori alienati di quel cacofonico centro commerciale in cui si è trasformato il bel paese? E se non siamo né cittadini né clientes quale può essere mai il nostro status? Credevamo di essere intellettuali – la parola suona stridula, come arrugginita.. – di varia misura ed entità: leggere, studiare, insegnare, scrivere, ecc. occuparsi di letteratura, di arte, di musica.. Forse lo siamo ancora nel prezioso giardino privato che ognuno coltiva al riparo dal presente rumoroso e inquietante. I miei amati gatti, ignari dei deliri di potenza, di ipocrisia, di malvagità, che affliggono tanta parte degli umani, cercano scampo alla calura nei ripari ombrosi: i neri gemelli Gino e Pino, l’anziano Attila, i due amichetti Mia e Mio, la scontrosa Miao in crisi abbandonica e Nina la bella, gentile e flessuosa. Curiamoci dei nostri piccoli fratelli, amici lettori, e impariamo da loro la gratuità dell’amore. Non li abbandoniamo.

1 Comment

  • barbara Posted 27 Agosto 2010 15:58

    Agosto romano… come gli altri mesi dell’anno… chi ancora crede nella dignità del cives e nei valori della pietas, non può che coltivare il proprio giardino con questi rari o quasi estinti fiori. Tutto urla e strepita senza alcun senso e valore degno di essere definito tale. Il vortice che ci stringe è fatto di malversazioni, falsità, abusi, farneticazioni atte a imbabolare chi è già stato totalmente omologato alle verità di comodo, o peggio ancora, a quelle così ridicolmente inverosimibili che neanche un bimbo di 10 anni, considererebbe vere. La politica, la magistratura, l’economia, insomma tutto il sistema Paese è un NON SISTEMA, è la negazione di principi, regole, valori che dovrebbere contraddistinguere uno stato moderno e democratico.
    E allora non resta che il nostro giardino dove, giardinieri di un tempo, crediamo ancora in quello che pochi condividono e cerchiamo di non estinguere la speranza. Nel nostro giardino – famiglia – amici veri, cerchiamo di dare segnali, di suonare trombe, di far udire voci che siano fuori dal coro.
    Il giardinaggio è un’arte antica e nobile, impegnamoci con la nostra testimonianza a diffonderla in questo giungla umana (quella animale e vegetale è un modello di ben altro spessore)

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