Il risveglio del Reame… dal suo sonno ipnotico

TivoliIMG_1375A Tivoli, il 24 ottobre, Insieme oltre. Per la cultura della sostenibilità. I siti patrimonio Unesco.

Riferirò meglio del ricco incontro di Tivoli, ma intanto volevo precisare che questa riflessione sull’importanza della lettura è drettamente legata alla questione del ‘sonno’ profondissimo del ‘Reame’

Sembra che gli Italiani leggano pochissimo, molto meno dei vicini francesi, inglesi, tedeschi. Poiché le ragioni del fenomeno non vengono affrontate in modo analitico, l’intero sistema del libro è in difficoltà: l’editoria insegue i non-lettori pubblicando quasi solo libri commerciali; la scrittura semplifica linguaggio, stile, argomenti pur di essere appetibile e di immediato consumo; la lettura è veloce e acritica. L’esperienza ‘letteraria’ del leggere e dello scrivere, che tanta parte ha nella formazione della coscienza e dell’identità di una nazione, si chiude all’interno di una élite intellettuale trasformandosi in un fenomeno incomprensibile e impraticabile. Eppure saper leggere un libro equivale a saper leggere noi stessi e la complessa realtà in cui viviamo. Leggere vuol dire attraversare criticamente sistemi di segni per ritrovarne i livelli di senso che si manifestano in profondità e non solo in superficie. Leggere la materia, infatti, dovrebbe voler dire coglierne l’intima essenza ‘immateriale’ fondata sull’energia; leggere l’universo misterioso che chiamiamo ‘io’ dovrebbe voler dire comprenderne la multiforme e instabile stratificazione che passa dal conscio all’incoscio; leggere il mondo in cui viviamo dovrebbe voler dire percorrerlo in verticale e in orizzontale oltrepassando la pura e semplice superficie degli eventi. La scrittura allegorica, di antica tradizione e memoria, ripropone in sé questa necessità critica invitando il lettore a cogliere significati che vanno al di là di quello letterale. Dante lo fa in modo sublime raccontando il suo viaggio nell’aldilà come una ricognizione nella storia del suo tempo: lui stesso ne è il protagonista reale, come veri e reali sono i personaggi e le situazioni della sua inchiesta, ma il senso dell’intera vicenda sovrasta il suo significato letterale apparente, lo trascende e lo verifica in una dimensione immateriale superiore.

Il sonno del Reame è una fiaba allegorica e morale che racconta in modo grottesco la crisi della cultura umanistica, la deriva ‘economicistica’ del sistema culturale italiano, il ricorso dilagante ai cosiddetti manager, l’espulsione o la marginalizzazione dei veri esperti: in sintesi la guerra tra potere e cultura, tra nuovi ‘obbedienti’ e vecchi ‘intendenti’. Il Sonno del Reame, a giudicare da eventi e situazioni reali tuttora in pieno corso nel nostro paese, ha origine da uno stato di vera, patologica e radicale amnesia di sé, del senso del proprio essere nella storia e nel mondo di un’intera nazione. Castelli e principi della fiaba rispecchiano l’Italia di oggi, dove il potere si trincera e si arrocca considerando la cultura un corpo estraneo da espellere, un costo inutile e impossibile da sopportare. Il tema dominante della fiaba, che si sviluppa nei due ritrovamenti paralleli di un famoso cartone di Michelangelo e di un antico codice di poesie d’amore, è quello della nostalgia per la bellezza, obbligata a restare muta e a non poter più generare amore e sapienza, a causa della grave epidemia di smemoratezza che colpisce l’intero Reame. L’antiquario Consalvo Perotti, che ‘da vivo’ ritrova e acquista in gran segreto il mirabile ritratto michelangiolesco di Tommaso dei Cavalieri, scomparso da secoli, credendo di poterne fare un evento mediatico e commerciale, da ‘morto’ diventa, proprio lui, il motore di un rovesciamento di prospettive e di piani narrativi riacquistando coscienza della vera funzione dell’arte: lo aiutano nell’impresa il sapiente gatto Gregorio e l’ombra del grande artista, autore del celebre cartone, espressione pura e assoluta della bellezza, dell’amore, della vera sapienza. Due personaggi antitetici come Guido e Niccolò, un umanista ‘intendente’ abbandonato dal sistema e un esperto di finanza ‘obbediente’ che da quello stesso sistema è esaltato, rappresentano la frattura tra i due modi opposti di intendere la necessità della trasmissione dell’arte e della cultura. A Guido e alla sua compagna, voce narrante della storia insieme al gatto Gregorio, tocca il compito di muoversi in un labirinto di segnali misteriosi e di impedimenti maligni, per contrastare il progetto di svendita dell’intero Reame, ideato dal principe Gaudenzio e dai suoi zelanti collaboratori per abolire arte, bellezza e conoscenza, trasformando scuole, biblioteche e musei in attività ricreative e commerciali. Nei capitoli intitolati Tra un capitolo e l’altro la storia si ferma chiamando in causa i lettori perché partecipino, insieme a chi scrive, alla lettura critica di un mondo in dissoluzione. Il sonno del Reame è dedicato a tutti coloro a cui sta a cuore la conservazione delle memorie del nostro paese, soprattutto ai tanti ‘intendenti’ e alla loro lunga dedizione a una causa divenuta improvvisamente estranea a molti amministratori politici e incomprensibile alla maggioranza del paese.

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